OCCORRE CORAGGIO: UN GOVERNO DI SVOLTA

| Comunicati

Esito della riunione dei segretari regionali e dei dipartimenti di Articolo Uno
Le consultazioni che si aprono oggi, all’indomani della crisi di Governo provocata da Matteo Salvini, possono aprire una nuova fase per la democrazia italiana, che allontani l’estrema destra dall’illusione tracotante dei pieni poteri.
Essa va gestita con trasparenza e capacità di ascolto.
Non abbiamo paura del voto anticipato, ma oggi la priorità è difendere la dignità delle Istituzioni che vanno difese sempre e dunque non possono essere calpestate da nessuno.
L’Italia è una Repubblica Parlamentare, non spetta a un partito o a un leader stabilire quando e come si vota.
Esprimiamo piena fiducia nel lavoro del Presidente Sergio Mattarella.
Abbiamo sempre lavorato per rompere il muro d’incomunicabilità tra Sinistra e M5S.
Lo abbiamo detto con Bersani nel 2013.
Lo abbiamo sostenuto in solitudine nel 2018 perché pensavamo fosse un errore drammatico agevolare la saldatura tra la Lega e i Cinque Stelle.
Il Governo Gialloverde ha fallito. Egemonizzato dalla Lega, non ha promosso politiche di crescita adeguate, non ha messo in campo politiche redistributive e di lotta alle diseguaglianze sociali efficaci, ha sdoganato condoni e mance senza una seria lotta all’evasione fiscale, si è caratterizzato per politiche disumane sul piano della sicurezza e dell’immigrazione, ha provato a mettere in discussione conquiste storiche del movimento delle donne attraverso il Dl Pillon, si è incagliato nella questione morale come dimostra la vicenda gravissima del Russiagate.
Siamo contrari ad operazioni di corto respiro.
Non siamo favorevoli a manovre di palazzo, rabberciate e senza futuro.
Siamo invece favorevoli a un tentativo che dia a questa legislatura un cambio di passo vero.
Serve un nuovo Governo di svolta, in discontinuità anche rispetto agli ultimi esecutivi.
Serve una svolta sociale e ambientale.
Lo si può fare soltanto con un’agenda politica nuova, in grado di contrastare la prima emergenza del paese che si chiama diseguaglianza sociale e di cambiare il quadro delle politiche europee in senso espansivo.
1) chiudere la stagione dei contratti di lavoro che alimentano precarietà e sfruttamento. Occorre varare la Carta universale dei diritti e delle tutele del lavoro. Va promossa una politica di crescita dei redditi e dei salari: non è un paese civile quello in cui si lavora a meno di 9 euro l’ora.
2)Promuovere un piano verde per il lavoro e per allargare l’occupazione giovanile e femminile, a partire dal Sud. Lotta ai cambiamenti climatici per realizzare la rivoluzione dell’economia circolare e piano per la messa in sicurezza del territorio. Politiche che vanno sostenute con un forte rilancio degli investimenti pubblici.
3) Garantire il diritto universale alla salute e all’istruzione. Basta con i tagli al welfare e alla formazione, servono risorse ingenti da mettere nel Fondo sanitario nazionale per garantire che la spesa sanitaria pro capite sia in linea con la media europea. Prioritario sarà sbloccare le assunzioni di medici e di infermieri per tagliare le liste d’attesa, la stabilizzazione definitiva dei precari di scuola e Universita.

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