Fornaro Federico (Articolo Uno) presenta una interrogazione parlamentare sul caso del CPR di Gradisca

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Interrogazione a risposta scritta
Al Ministro dell’interno – Per sapere – premesso che:

come riferiscono diversi media locali e nazionali, sabato 18 gennaio è deceduto all’ospedale di Gorizia il cittadino georgiano Vakhtang Enukidze, detenuto al Centro di Permanenza per il Rimpatrio di Gradisca d’Isonzo. Dalle notizie riportate dai media si apprende che il migrante dovrebbe essere stato coinvolto in una rissa con altri detenuti martedì 14 gennaio, in seguito sedata da un deciso intervento delle forze dell’ordine. Il cittadino georgiano è stato processato per direttissima per resistenza alle forze dell’ordine, trattenuto due giorni in carcere e in seguito riportato nel Centro, dove si è sentito male ed è stato trasportato da un’ambulanza all’ospedale di Gorizia dove è deceduto. Sulla vicenda è in corso un’indagine da parte della Procura della Repubblica del tribunale di Gorizia;
già in diverse occasioni il Centro di Permanenza di Gradisca d’Isonzo è stato interessato da episodi di violenza, autolesionismo e tentativi di suicidio che hanno riguardato le persone che vi sono detenute e, in alcuni casi, coinvolto le forze dell’ordine e gli operatori destinati alla gestione della struttura. Diversi, inoltre, fino a oggi, a poco più di un mese dall’apertura del Centro, i tentativi di fuga;
si chiede alla ministra dell’Interno, per quanto di sua competenza, se è a conoscenza di questo e degli altri gravi episodi che si sono verificati nel Centro di Gradisca d’Isonzo e se intende promuovere le iniziative necessarie per verificare la situazione all’interno del Centro e se vi siano state delle violazioni dei diritti umani;
si chiede, inoltre, alla signora ministra, se intende riformare la normativa relativa a questi centri e, in generale, all’accoglienza dei migranti e alla loro gestione, in quanto, come questo e altri episodi hanno reso evidente, i decreti sicurezza del precedente Governo hanno aggravato la situazione generale, producendo situazioni pericolose e insostenibili per le persone detenute nei centri, per tutti gli operatori coinvolti e per le comunità locali dove tali Centri sono insediati.

FORNARO Federico

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